Autore: etnasolutionclean
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11 dicembre 2019
Attualmente l’attenzione dei media - tradizionali e non - si focalizza molto sul cibo e sull’alimentazione. Prova ne è stato l’interesse mondiale suscitato dall’EXPO 2015 che si è svolto a Milano tre anni fa: il tema selezionato per ’evento era “Nutrire il pianeta, energia per la vita”, che includeva tutto ciò che era attinente all’alimentazione, dall’educazione alimentare alla grave mancanza di cibo in molte zone del mondo alle tematiche legate agli OGM. Una presentazione a largo raggio, di ‘cultura alimentare mondiale’: il cibo è vita, è salute, è una necessità e un diritto. Scendendo dalle vette e arrivando alla comunicazione quotidiana, oggi dovunque si parla prepotentemente di food, e - per quanto riguarda in particolare la ristorazione - gli chef, ancora prima che ottimi interpreti dell’arte culinaria, sono ‘star’ in grado di attirare un’ampia platea di spettatori, lettori, consumatori. E, legato ai loro nomi, è l’intero mondo dell’ospitalità e dell’accoglienza a essere centro d’attenzione. Perché non si può dimenticare che, oltre allo scopo principale - nutrire chi si siede al tavolo - ristoranti, bar, alberghi hanno un ruolo sociale, di aggregazione, sono l’occasione di incontro fra persone che vivono in un mondo che va sempre più in fretta. Luogo e tempo per la convivialità, valore che non si vuole perdere: e si declina non attorno a un‘desco’ famigliare, ma in un ristorante, tutti insieme al ristorante, insomma ‘fuori casa’. Alle spalle di tutto ciò che si vede e si gusta, la premessa fondamentale però è la pulizia, che per il 47% dei cittadini è stata individuata come primo indicatore di qualità della vita. Per i luoghi a contatto con un grande pubblico, un locale percepito come scarsamente igienico non può godere di buona fama: il passaparola ora è amplificato dal web, e una cattiva recensione per questi motivi mette a dura prova la brand reputation della struttura, con conseguente negativa ricaduta economica. Igiene e pulizia Le ‘stelle’ attribuite alla pulizia sono la base da cui si sale alle ‘stelle’ della capacità gastronomica. La pulizia del locale, dell’arredo, la pulizia di ciò che si vede e di ciò che non si vede, quindi: ma per garantire un alto standard igienico è necessario che il servizio di pulizia sia svolto da professionisti. Non c’è nulla da fare, il nodo rimane sempre questo: senza una specifica formazione degli addetti - che significa conoscenza dell’ambiente specifico da pulire, della corretta metodologia di lavoro, dei prodotti professionali e delle attrezzature (professionali) e del giusto modo per utilizzarli - non si potranno ottenere risultati efficaci ed efficienti. Questa particolare attenzione è tanto più necessaria data la rilevanza delle patologie causate dalla scarsa igiene: la contaminazione batterica, non visibile a occhio nudo, può portare a gravi problemi di salute. Per citare un esempio (ma di questo poi parleremo più diffusamente nel prossimo numero del Magazine) la presenza di Listeria monocytogenes, che causa la listeriosi (una malattia che colpisce l’uomo e gli animali), e si ritrova nel terreno, nelle piante e nelle acque. Anche gli animali, tra cui bovini, ovini e caprini, possono essere portatori del batterio: il consumo di cibo o mangime contaminato è la principale via di trasmissione per l’uomo e gli animali e le infezioni possono verificarsi anche attraverso il contatto con animali o persone infetti. Come segnala l’Efsa, l’European Food Safety Authority, la listeriosi è spesso grave, con elevati tassi di ricovero ospedaliero e mortalità: nell’UE sono stati segnalati nel 2011 circa 1.470 casi nell’uomo, con un tasso di mortalità del 12,7%. È vero che la cottura a temperature superiori a 65 °C uccide i batteri, ma la Listeria può essere presente in diversi alimenti pronti e, a differenza di molti altri batteri di origine alimentare, tollera gli ambienti salati e le basse temperature (tra +2 °C e 4 °C). Come recita l’Efsa: “Considerata la resistenza di questo batterio, insieme agli elevati tassi di mortalità nell’uomo, la manipolazione sicura degli alimenti riveste un’importanza capitale per tutelare la salute pubblica”. I campanelli di allarme ci sono, ma intanto la strada sicuramente da percorrere è quella di assicurarsi che le condizioni igieniche per quanto riguarda gli alimenti e tutto ciò che viene a contatto con loro siano pienamente rispettate. La ‘cultura del pulito’ Alcune Regioni hanno pubblicato Linee Guida sull’igiene alimentare, così come anche le Asl hanno dato il loro contributo. Dal canto suo Afidamp, che ha la ‘cultura del pulito’ come propria mission, ha da tempo stretto una collaborazione con APCI, l’Associazione Professionale Cuochi Italiani, che mette in evidenza lo stretto legame e l’importanza della pulizia e della sanificazione in aree sensibili, giusto quelle dove i cuochi svolgono il loro lavoro. E proprio nel corso del Congresso ‘Les Toques Blanches d’Honneur’, evento organizzato da APCI per conferire ai propri associati una onorificenza alla carriera che si è svolto a San Patrignano il 19 e il 20 novembre scorso, con la partecipazione di oltre 200 professionisti, Afidamp ha presentato il suo Manuale ‘La pulizia nella Ristorazione’, dedicato ai professionisti che operano nel settore della ristorazione e ogni giorno si trovano a trattare dal punto di vista igienico le superfici che vengono a contatto con cibi e bevande. Un’occasione importante, perché tocca da vicino il lavoro che si svolge nelle cucine professionali ed è necessario che la professionalità di questo settore si sviluppi in modo ‘tecnicamente corretto’ anche sul fronte della pulizia. Tenendo anche presente che circa il 5% delle intossicazioni alimentari è causato da motivi igienici legati alla preparazione del cibo. E non è poco! Pulire non è da tutti Pulire, come abbiamo detto, è una questione di cultura: l’equivoco di fondo è che la pulizia professionale non è quella domestica, e quindi non valgono le regole che ogni nucleo familiare applica. Spesso il tema è affrontato con superficialità, con poco tempo e prodotti e attrezzature non ‘professionali’, che non possono garantire il grado igienico richiesta da questi ambienti. Solo conoscendo, approfondendo i temi, preparandosi si può pensare di offrire un servizio di pulizia impeccabile in modo sostanziale (non solo visivo) che possa passare verifiche e controlli effettuati con strumenti appositi. Per questo vogliamo dedicare qui un breve spazio alla Guida pubblicata da Afidamp, che partendo dai ‘Concetti generali’ e dalle ‘Pratiche generali corrette e scorrette’ entra poi nello specifico della pulizia e sanificazione dei diversi ambienti della ristorazione, come le Aree alimentari, l’Area spogliatoio/servizi igienici, le Aree di somministrazione e servizio. Inoltre, si parla anche di Barriere antisporco e del dosaggio dei prodotti chimici come anche della pulizia di tubature di scarico e dei pozzetti attraverso attivatori biologici. Nel testo sono anche considerati gli Strumenti di controllo dei livelli di pulizia e igiene ambientale, la Manutenzione e conservazione delle attrezzature e vi sono cenni progettuali. Portiamo come esempio il contenuto di due Schede - nella parte che riguarda le Aree alimentari - dedicate alla ‘Pulizia delle Pareti e delle porte’ e alla ‘Pulizia dei vetri’. Un esempio di scheda Il Manuale è strutturato in Schede (1 pagina per ogni argomento) e come esempio della struttura di una scheda segnaliamo - nella sezione Aree alimentari - il contenuto della: 1- Scheda dedicata alla pulizia dei vetri (non a contatto con gli alimenti) 2- Scheda dedicata alla pulizia delle pareti e delle porte, e, dove sono individuati i materiali necessari, la procedura, la frequenza e i consigli dell’esperto per svolgere il corretto lavoro di cleaning.